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| NOME DELL’ATTIVITÀ | Come posso contribuire all’interazione sociale? | 
| OBIETTIVI | ·       Riflettere su come l’ageismo influisce sulla partecipazione sociale degli anziani. · Sviluppare strategie per combattere questo pregiudizio e promuovere l’interazione e la partecipazione sociale. | 
| METODI | Questi casi di studio possono essere svolti online e possono essere facilmente utilizzati in presenza. Prevedono una riflessione in piccoli gruppi seguita da una discussione guidata di gruppo. | 
| TEMPO ASSEGNATO | 1 ora 
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| RISORSE NECESSERIE | · Casi studio (uno per gruppo) | 
| ISTRUZIONI | 
 · In che modo queste esperienze influenzano la partecipazione sociale dei personaggi? ·       Quali sono le potenziali conseguenze a lungo termine per ciascun personaggio e per la comunità? Successivamente, ogni gruppo dovrebbe concentrarsi sull’identificazione di possibili soluzioni e strategie per aiutare ciascun personaggio descritto nel caso studio, riflettendo su come: · Combattere l’ageismo nella comunità dei personaggi. · Aumentare le opportunità di partecipazione sociale per gli anziani. ·       Educare la comunità sul valore dell’inclusione intergenerazionale. 
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| RIFERIMENTI | – | 
Maria è una donna di 72 anni che si è recentemente trasferita in una nuova città dopo la morte del marito. È desiderosa di fare nuove amicizie e di partecipare alle attività della comunità. Maria cerca di iscriversi a un corso di pittura presso il centro sociale locale, ma le viene detto che il corso è “più adatto a persone più giovani”. Si candida anche per un posto di volontaria in una biblioteca, ma nota che gli organizzatori sono riluttanti ad accettarla, suggerendole che potrebbe non essere in grado di stare al passo con le nuove tecnologie. Durante una riunione di quartiere, Maria cerca di condividere alcune idee per migliorare la comunità, ma nota che i suoi suggerimenti vengono spesso ignorati o respinti senza una dovuta considerazione. Col passare del tempo, Maria inizia a sentirsi isolata e sottovalutata, mettendo in discussione il suo posto nella comunità.
“Giovanni ha 78 anni ed è vedovo. Vive da solo in un appartamento nel centro della città. Di recente ha subito una caduta che gli ha provocato la frattura di un’anca, riducendo notevolmente la sua mobilità. Prima dell’incidente frequentava regolarmente un centro ricreativo locale, dove incontrava gli amici e giocava a carte. Oggi, invece, a causa delle difficoltà motorie e della paura di cadere di nuovo, esce raramente di casa. I suoi due figli vivono in città lontane e riescono a fargli visita solo poche volte all’anno. Giovanni incontra anche difficoltà nell’uso delle tecnologie digitali, il che limita i contatti regolari con familiari e conoscenti. I suoi vicini, per lo più giovani professionisti, sono troppo impegnati per interagire con lui. Così, Giovanni si sente sempre più isolato e solo: trascorre gran parte delle giornate davanti alla televisione, perdendo interesse per le attività che un tempo gli davano piacere. Negli ultimi tempi ha iniziato a manifestare segni di depressione e ansia, mentre anche la sua salute fisica appare in rapido peggioramento
Daniele e Sara, una coppia sposata da oltre 50 anni, vivono in una piccola casa alla periferia della città. Recentemente, a Daniele è stato diagnosticato un Alzheimer in fase iniziale, che ha notevolmente alterato la loro vita quotidiana. Sara, un tempo attiva e socievole, ora trascorre la maggior parte del tempo a casa come principale assistente di Daniele.
La loro partecipazione alle attività della chiesa e alle riunioni sociali è diminuita a causa delle condizioni di Daniele e Sara si sente in colpa per averlo lasciato solo. I loro figli, che vivono in una città vicina, non sono in grado di fornire un sostegno regolare a causa degli impegni di lavoro e familiari. Nel frattempo, i vicini, notando la loro assenza dagli eventi della comunità, sembrano esitanti nell’offrire aiuto.
Con il passare del tempo, Sara inizia a provare isolamento e tensione emotiva. Si sente sopraffatta dalle responsabilità di assistenza, lotta con l’ansia e l’insonnia e sente la mancanza della loro vita sociale un tempo fiorente. La coppia, un tempo nota per il suo calore e la sua ospitalità, ora riceve raramente visite e la loro rete sociale si sta rapidamente riducendo.
| CAPITOLO | Interazione sociale nel corso della vita | 
| NOME DELL’ATTIVITÀ | Piano d’azione per le relazioni sociali | 
| OBIETTIVI | • Sensibilizzare sull’importanza dell’ambiente comunitario per promuovere le relazioni sociali • Riflettere sulle strategie che i facilitatori possono promuovere nelle loro comunità per favorire le interazioni, le relazioni sociali e le amicizie | 
| METODI | L’attività si svolge in piccoli gruppi e prevede l’utilizzo del modello fornito come base di lavoro. Attraverso la discussione collettiva, i partecipanti raccolgono le idee principali, formulano conclusioni e riflettono sulle lezioni apprese. Questo processo aiuta i facilitatori a sviluppare una maggiore consapevolezza rispetto al contesto in cui il programma viene attuato e agli elementi che possono favorire o ostacolare la costruzione di amicizie. L’attività può essere realizzata in presenza, utilizzando copie cartacee del modello, oppure adattata a un ambiente online, integrando il modello in uno spazio collaborativo. | 
| TEMPO ASSEGNATO | 1 ora ·       30 min.: Lavoro in piccoli gruppi · 30 min.: Discussione di gruppo | 
| RISORSE NECESSARIE | · Allegato 5 – Piano d’azione per le relazioni sociali, modello · Penna, matite · Post-it | 
| ISTRUZIONI | 1. Distribuzione del modello: dividere le persone in gruppi da 3 a 5 persone, a seconda del numero di partecipanti, e distribuire a ciascuno una copia del modello. 2. Lavoro in piccoli gruppi: ogni gruppo deve pensare ad una comunità immaginaria (può essere una comunità reale di uno dei membri del gruppo). Il gruppo deve seguire i 3 passaggi del modello: i) Descrivere la comunità immaginaria: cos’è, com’è l’ambiente, ecc. ii) Definire una visione per una comunità più connessa iii) Creare compiti o strategie specifici e obiettivi da raggiungere (piano d’azione) Ricordarsi di chiedere a ciascun gruppo di nominare un portavoce che condivida le conclusioni alla fine. 3. Presentazione di gruppo: dopo 30 minuti, i gruppi si riuniscono per presentare le soluzioni e le strategie individuate, in una discussione di 30 minuti. | 
| RIFERIMENTI | Tratto ispirazione da Foundation for Social Connection (2023), https://action4connection.org/ | 
 
													GA no:
2023-1-NL01-KA220-000156207
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