Una gestione efficace del gruppo e una sapiente facilitazione delle sessioni sono requisiti essenziali per garantire esperienze significative, inclusive e coinvolgenti all’interno del programma FRIEND. Come sottolineato in precedenza, il facilitatore svolge un ruolo centrale nel determinare la qualità e il successo di ogni sessione.
Ci sono tre principi fondamentali che dovrebbero guidare l’approccio di ogni facilitatore (Axner, n.d.):
Per garantire un processo di facilitazione fluido ed efficace, è necessario considerare diversi elementi chiave (Axner, n.d.):
La preparazione è una parte fondamentale della facilitazione. Il facilitatore deve iniziare ogni sessione avendo una chiara comprensione degli obiettivi, un programma organizzato e delle regole di partecipazione. Le sessioni devono iniziare con un caloroso benvenuto, che includa una breve attività introduttiva per creare un’atmosfera positiva. Solo dopo questa fase di benvenuto il facilitatore può passare alla presentazione degli obiettivi della sessione, allo svolgimento del programma e a rispondere alle domande iniziali.
Durante la sessione, il facilitatore deve incoraggiare la partecipazione, essere flessibile ed evitare di controllare in modo eccessivo le discussioni. Se sono necessari adeguamenti per soddisfare al meglio le esigenze del gruppo, questi devono essere apportati con flessibilità.
Al termine della sessione, il facilitatore deve riassumere i punti chiave, ringraziare i partecipanti per il loro contributo e assicurarsi che tutti I dubbi rimasti siano stati chiariti. Prima di chiudere, è importante ricordare a tutti la data e l’ora della sessione successiva, incoraggiando il coinvolgimento e l’impegno continui.
Per garantire che le sessioni FRIEND siano coinvolgenti, inclusive ed efficaci, i facilitatori dovrebbero seguire una serie di linee guida pratiche che favoriscano la partecipazione attiva, il dialogo rispettoso e dinamiche di gruppo fluide. I seguenti suggerimenti forniscono strategie utili per aiutare i facilitatori a svolgere il loro ruolo con sicurezza e adattabilità (Axner, n.d.; Rabinowitz, n.d.):
Essere naturali e flessibili
Evitare di memorizzare copioni. Anche con un programma predefinito, parlare in modo naturale. Un tono colloquiale favorisce l’apertura e la fiducia.
Monitorare l’energia del gruppo e il linguaggio del corpo
Prestare attenzione ai segnali non verbali dei partecipanti. Se sembrano irrequieti o disinteressati, modificare il ritmo, favorire la discussione o fare una pausa.
Controllare regolarmente
Dopo ogni momento chiave, fare una pausa per verificare che tutti abbiano compreso e siano d’accordo con quanto deciso o discusso.
Riassumere e fare una pausa
Concludere ogni punto della discussione con un breve riassunto e concedere tempo per le domande. Trovare un equilibrio: non affrettare, ma evitare silenzi imbarazzanti.
Essere consapevoli di voi stessi
Regolare il tono, il ritmo e il linguaggio del corpo. Evitare di parlare troppo velocemente, di stare troppo vicini o di parlare per riempire i silenzi.
Usare il linguaggio del corpo in modo strategico
Muoversi nella stanza per stimolare il gruppo. Assumere una postura aperta e coinvolgente. Avvicinarsi ai partecipanti più silenziosi per incoraggiarli a intervenire senza pressioni.
Prestare attenzione al linguaggio
Evitare termini o espressioni offensive. Mantenere un atteggiamento rispettoso e inclusivo in tutte le interazioni.
Dare l’esempio del comportamento che si desidera vedere
Essere inclusivi, curiosi e rispettosi. Ammettere quando non si sa qualcosa e invitare gli altri a condividere e imparare con te.
Incoraggiare la partecipazione di tutti
Utilizzare un linguaggio del corpo e un tono di voce aperti. Avvicinarsi, sorridere e rispondere in modo incoraggiante per stimolare il contributo di tutti i membri del gruppo.
Utilizzare domande aperte
Porre domande che stimolino l’analisi e una riflessione più approfondita piuttosto che risposte sì/no. Ad esempio, “Perché pensi che…?” invece di “Pensi che…?”. 
Rimanere neutrale e gestire i pregiudizi
Non imporre le proprie opinioni. Aiutare invece il gruppo a esplorare diverse prospettive in modo rispettoso, correggendo solo le inesattezze fattuali o le idee dannose.
Accettare il dissenso
I conflitti e le opinioni divergenti sono preziosi. Utilizzarli per approfondire la comprensione piuttosto che per sopprimere la discussione.
Prevenire il dominio
Assicurarsi che nessun individuo o piccolo gruppo monopolizzi la conversazione. Reindirizzare delicatamente la discussione per dare spazio alle voci più silenziose.
Evitare i pregiudizi
Non dare mai per scontate le opinioni dei partecipanti in base al loro background. Chiedere e ascoltare, permettendo a tutti di esprimersi liberamente.
Facilitare, non insegnare
Anche se si conosce bene un argomento, comportarsi come uno studente. Facilitare significa favorire il dialogo, non guidarlo con autorità.
Feedback informale dopo ogni sessione
Verificare come si sono sentiti i partecipanti: cosa ha funzionato e cosa potrebbe essere migliorato. Può trattarsi di una rapida serie di riflessioni o osservazioni da parte del facilitatore.
Valutazione formale alla fine del programma
Implementare un breve questionario di soddisfazione per valutare l’impatto complessivo e l’esperienza dei partecipanti all’interno del programma FRIEND.
 
													GA no:
2023-1-NL01-KA220-000156207
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