ROLE PLAY 1 | GESTIONE DEI CONFLITTI

Personaggi:

1. Alice (68 anni) – Insegnante in pensione che apprezza la lealtà, la stabilità e la coerenza nelle amicizie. Crede che i veri amici siano quelli che sono sempre presenti nel momento del bisogno, senza cambiare. Per Alice, l’amicizia significa essere affidabili e mantenere lo stesso legame nel corso degli anni.
2. Barbara (72 anni) – Ex infermiera che vede l’amicizia come una relazione dinamica e in evoluzione. Crede che le amicizie debbano consentire la crescita personale e il cambiamento emotivo e che sostenersi a vicenda sia la chiave per un’amicizia significativa. Barbara è più aperta all’idea che le amicizie possano cambiare nel tempo e non seguire sempre lo stesso percorso.
3. Lucia (45 anni) – Una facilitatrice che modera la sessione. Il suo ruolo è quello di guidare Alice e Barbara nella loro discussione, aiutandole a comprendere i rispettivi punti di vista e creando uno spazio per un dialogo aperto.
4. Tommaso (50 anni) – Un caro amico di Alice e di Barbara. Tommaso si trova spesso nel mezzo delle loro discussioni, cercando di mantenere la pace ma faticando a mediare le differenze di prospettiva.

Situazione:
Durante un incontro di FRIEND, Alice e Barbara entrano in disaccordo sul significato del termine amicizia. Alice sostiene che la vera amicizia si basi sulla lealtà, con gli amici che si sostengono a vicenda nel momento del bisogno, rimanendo coerenti e affidabili. Barbara, invece, crede che l’amicizia debba consentire la crescita personale e la flessibilità emotiva, anche se ciò significa che la natura del rapporto può cambiare nel tempo. Tommaso si sente diviso tra le due, poiché apprezza sia la lealtà che il sostegno emotivo, ma non sa come aiutare le sue amiche a trovare un terreno comune. Cosa dovrebbe fare il facilitatore per gestire questa situazione?

Domande per la discussione guidata sul ROLE PLAY 1 | GESTIONE DEI CONFLITTI:

• In che modo il facilitatore può bilanciare il ruolo di ascoltatore e di mediatore durante un conflitto senza imporre una soluzione? Quali altre strategie avrebbero potuto essere adottate?  
• Qual è il ruolo del facilitatore quando ha a che fare con un partecipante più passivo, come Tommaso, che vuole evitare il confronto ma si sente sotto pressione dagli altri partecipanti?  
• Come possiamo applicare ciò che abbiamo imparato in questa sessione alle future attività di gruppo, per garantire che tutti i partecipanti si sentano ascoltati e compresi durante la gestione dei conflitti?