Personaggi:
1. Alberto (70 anni) – Un uomo tranquillo e introverso, che è sempre stato riservato nelle situazioni sociali. Spesso si sente a disagio nel condividere i propri pensieri e le proprie emozioni, specialmente in contesti di gruppo. Alberto ama le relazioni profonde e individuali, ma ha difficoltà ad aprirsi in un gruppo più ampio o durante attività strutturate. Preferisce ascoltare piuttosto che partecipare attivamente.
2. Margherita (65 anni) – Una donna socievole ed estroversa che ama socializzare e incoraggia gli altri ad aprirsi. Margherita cerca sempre di coinvolgere tutti i membri del gruppo, spesso fungendo da rompighiaccio e motivatrice. È di grande sostegno, ma a volte non si rende conto che non tutti si sentono a proprio agio con un approccio così estroverso.
3. Daniele (50 anni) – Un facilitatore che facilita la sessione di gruppo. Daniele ha esperienza nella gestione delle dinamiche di gruppo e riconosce che non tutti si sentono ugualmente a proprio agio nel condividere. Vuole aiutare Alberto a sentirsi incluso senza forzarlo troppo e cerca di creare un ambiente di sostegno in cui tutti possano partecipare al proprio ritmo.
4. Nina (55 anni) – Una partecipante compassionevole e comprensiva che ha provato sentimenti simili di timidezza in passato. È più in sintonia con il disagio di Alberto e cerca di incoraggiarla delicatamente a parlare senza farla sentire sotto pressione. Nina crede nell’importanza della pazienza e nella creazione di uno spazio sicuro in cui tutti possano esprimersi.
Scenario:
Nel bel mezzo di una sessione incentrata sul miglioramento delle relazioni interpersonali, nel gruppo si discute di come ci si relaziona con gli altri e di come si condividono esperienze personali. Mentre gli altri partecipanti prendono parte alla conversazione, Alberto rimane per lo più in silenzio, limitandosi a brevi commenti o cenni di assenso quando viene sollecitato. Si sente fuori posto in un contesto di gruppo ampio e fatica a contribuire. Margherita, notando il silenzio di Alberto, lo incoraggia a parlare di più, pensando che forse Alberto abbia solo bisogno di una piccola spinta. Tuttavia, Alberto diventa più riservato quando sente gli occhi puntati su di lui, ritirandosi ulteriormente nel suo guscio. Cosa dovrebbe fare il facilitatore per gestire questa situazione?
Domande per la discussione guidata ROLE PLAY 2 | COINVOLGERE I PARTECIPANTI INTROVERSI:
• Quali strategie ha utilizzato Daniele per creare uno spazio confortevole in cui Alberto potesse parlare? Sono state efficaci?
• Come possono i facilitatori bilanciare la necessità di incoraggiare i partecipanti silenziosi senza forzarli troppo? Quali sono i potenziali rischi di fare pressione su qualcuno affinché parli in un contesto di gruppo?
• Cosa si potrebbe fare di diverso nelle sessioni future per incoraggiare la partecipazione di un membro particolarmente timido o riservato?